Il 27 ottobre alle h. 18 presso l’Oasi del piccolo lettore presentiamo il libro “Mio figlio mi adora” con l’autrice Laura Pigozzi.
Laura Pigozzi è neuropsichiatra infantile. Ha coniato l’espressione plus-materno e ha spiegato perchè questa nuova categoria di madre ricalca esattamente la figura del padre-padrone, anche se il suo potere è più subdolo, perchè ha il sapore buono della tenerezza e dell’affettività.
La famiglia claustrofilica è quella famiglia in cui prevale l’amore per il chiuso della casa a sfavore dell’incontro e dell’apertura verso chi non appartiene alla casa, in cui il collettivo è visto come il nemico.
La Madre (con la maiuscola) protegge i suoi figli in ogni ambito e contesto; ad esempio a scuola chiedendo ad altri genitori via whatsapp quali sono i compiti per casa perchè suo figlio non ha segnato l’assegno sul diario. Ma in questo modo impedisce ai propri figli di sbagliare, di fare da soli, di imparare a gestirsi in autonomia.
Laura Pigozzi è cantante, formatrice vocale e neuropsichiatra infantile presso l’ospedale San Paolo. Si dedica alla psicoanalisi della voce e ha fondato il Non Coro per la creatività vocale.
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Il respiro del bambino è per il mondo. Ci immaginiamo di doverlo proteggere dal mondo, mentre lui sta già imparando quel mondo che lui – non noi – abiterà, quello che lui – non noi – dovrà modificare anche con la sua sola presenza. Mentre noi quel mondo che temiamo per lui – ma che non temevamo affatto per noi – lo vorremmo dimenticare, tenere fuori dalla porta.
Come può esserci formazione per un bambino confinato in un claustrum gestito da genitori full time? Quale allenamento al sapere può offrire una scuola uterinizzata? Come si dice in Africa, per fare un uomo ci vuole un intero villaggio, ci vogliono legami di alleanza oltre che di sangue, cultura oltre che natura
Nel libro “Mio figlio mi adora” edito da nottetempo l’autrice affronta “una nuova barbarie poco riconoscibile perché sembrava avere un buon sapore, una modalità nuova dell’“affettività”. La famiglia claustrofilica è quella famiglia in cui prevale l’amore per il chiuso della casa a sfavore dell’incontro e dell’apertura verso chi non appartiene alla casa, in cui il collettivo è visto come il nemico.
Il “Plusmaterno” descritto nel libro è una nuova dinamica servo-padrone in cui è la figura della madre a ricoprire il ruolo dominante e che non insegna ai figli a prendere il volo.
Nella famiglia contemporanea sembra prevalere il sangue sulla parola, l’aspetto biologico su quello culturale, ma così facendo scompare il progetto educativo, la condivisione di regole all’interno di un luogo domestico (la famiglia appunto), il patto sociale tra coloro che ne fanno parte.
Citando Hannah Arendt “gli esseri umani sono fatti per incominciare”. Ovvero ogni viaggio, ogni nuovo inizio, ogni momento di scoperta nella vita dei nostri figli è una tappa nel percorso di indipendenza e felicità che può essere realizzato solo varcando la soglia di casa, solo uscendo nel mondo e separandosi dal luogo da cui si proviene.
Leggi qui l’intervista a Laura Pigozzi
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Leggi qui la sinossi del libro
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