“Tutti i bambini diventano grandi, tutti tranne uno”.
Così comincia la storia di Peter Pan. La seconda volta che l’abbiamo riletta a un bambino di 4 anni, ha modificato l’incipit e ha voluto che gliela rileggessimo sempre così: “tutti i bambini diventano grandi, tutti tranne due”. Il secondo era lui, ovviamente.
Peter Pan è una delle storie più famose del secolo scorso, opera teatrale di grande successo poi trasposta in romanzo, di James Matthew Barrie dei primi del Novecento.

*** Rimanere bambini o crescere? ***
Oggi la gioventù non è più una questione biologica, di età, ma una questione culturale di stili di vita e di consumo: il mondo é pieno di adolescenti invecchiati e di giovani permanenti.
Favorire l’autonomia dei bambini sembra facile ma non lo è, e a lungo andare l’autonomia del bambino non riguarda più solo lui o la sua cameretta, ma l’intero mondo delle sue relazioni sociali.
Da adulto riguarderà il tipo di società che avrà/avremo costruito: sarà una società spaventata che chiede sempre più sicurezza senza riuscire a trovarla mai? Sarà una società maschilista in cui gli uomini si aspetteranno donne-madri che li accudiscano fino alla tomba come nella culla? Sarà una società infantile, giocosa, alla ricerca continua di divertimento senza la capacità né la voglia di assumersi alcuna responsabilità? Infine, sarà una società individualista, incapace di occuparsi degli altri? In cui ognuno vorrà per sé il diritto ad essere quell’unico, simpatico, sognante, affascinante, avventuroso bambino che non diventerà mai grande? Insomma, sarà una società con la sindrome di Peter Pan?

*** Il capovolgimento del film Disney ***
Non è un caso che una delle più potenti macchine di immaginario collettivo, la Disney, abbia preso l’opera di James M. Barrie e l’abbia privata di tutta la complessità del personaggio protagonista, Peter Pan, consegnando a intere generazioni di bambini da un secolo e passa, il mito individualista di un’infanzia perenne in cui non dovremo mai assumerci responsabilità, né per noi né tantomeno per altri (figurarci poi pensare di cambiare il mondo o di dover fare qualcosa per renderlo un posto migliore e più giusto!).
Il neoliberismo galoppante del ‘900 ancora ringrazia. Le isole dell’utopia sono alla radice dei miti dei regimi autoritari e totalitari del secolo scorso in cui i sudditi bambini hanno bisogno di un padre/capo. Un popolo infantile, una democrazia infantile, è più facile da controllare e da reprimere di un adolescente ribelle e di un adulto consapevole. Basta accontentarne tutti i capricci, comprando tutto ciò che il bambino crede di desiderare, anche se in realtà superfluo e quindi presto dimenticato e soppiantato da un nuovo capriccio, da un nuovo oggetto del desiderio. Il consumismo in fondo lo impariamo subito, molto prima di imparare a leggere e a scrivere. 

*** “La morte sarà un avventura meravigliosa” ***
Ma il capolavoro di James M. Barrie é decisamente un’altra storia: Peter Pan ha contribuito nell’immaginario collettivo all’immaturita’ del nostro secolo suo malgrado. Il Peter originale è un personaggio inquietante, feroce, dionisiaco. Affascinante si, e anche ironico ma terribile e crudele. Quando i Bimbi Sperduti sembrano diventare adulti violando le sue regole, li “sfoltisce”: li fa uccidere dai pirati.
I giochi dei bambini si ripetono ogni giorno nella loro rassicurante routine (che è anche apprendimento e perfezionamento, nell’infanzia); così Peter Pan e gli indiani si fanno la guerra o Peter Pan e i pirati si affrontano a fil di spada, poi vanno a nanna e il giorno dopo si ricomincia, senza un vero fine o un obiettivo ma solo per il piacere di giocare. Uccidere il nemico, rischiare la vita, morire é un avventura meravigliosa, sostiene Peter. Persino la morte è solo un gioco.
La sindrome di Peter Pan consente di rimandare sempre a domani il momento (eventuale) delle responsabilità: il meglio ancora deve arrivare, la vera vita, i sogni, i desideri devono ancora arrivare e arriveranno domani. Finché a furia di rimandare, la vita sarà accaduta lo stesso. A Peter le cose accadono, ma non è lui a farle accadere. Quella che sembra libertà selvaggia e spensierata, è un moto circolare perpetuo e sempre identico. Una terribile trappola.

*** Natura, infanzia e mito della purezza ***
Per quanto sia bella e selvaggia, l’Isola-che-non-c’è non é un’ Arcadia e la natura é spesso crudele. Anche l’infanzia non è un’età magica e spensierata, immagine romantica in cui spesso ci rifugiamo con nostalgia. I bambini non sono puri, innocenti, buoni. Date loro una lucertola e saprete quanto possono essere crudeli! Anche nelle relazioni con gli altri i bambini sanno essere egoisti e anche crudeli. E’ con l’educazione e la cultura che i bambini imparano a stare con gli altri.
Quando Peter riaccompagna Wendy e i Bimbi Sperduti a Londra, corre a chiudere la finestra della sua camera in modo che Wendy pensi che sua madre e suo padre si siano dimenticati di lei. Peter non é affatto buono.
Il piano fallisce e quando la signora Darling propone a Peter di essere adottato da lei, Peter chiede: 

– Mi manderà a scuola?
Signora Darling – Si.
Peter – E poi in ufficio?
Signora Darling – Penso di si.
Peter – E presto diventerò uomo?
Signora Darling – Molto presto.
Peter – Non voglio andare a scuola e imparare cose importanti. Nessuno riuscirà ad acchiapparmi e a fare di me un uomo. Voglio rimanere per sempre un bambino e divertirmi. 

Forse lo pensa, ma è la sua più grande finzione.
[…]
Wendy – oh Peter come vorrei poterti abbracciare!
Peter – Si lo so.
[…]
Per un verso Peter capisce cosa voglia dire con “Si lo so”, ma per molti altri versi no. Ha a che fare con l’enigma del suo esistere. Se riuscisse a trovare il bandolo della matassa, il suo grido potrebbe diventare “Vivere sarebbe una grandissima avventura” ma non riesce ad afferrarlo del tutto, e così nessuno è più spensierato di lui. 

*** Peter Pan non può amare nessuno tranne se stesso ***
Peter é ferocemente maschilista. Attorno a lui ci sono diverse bambine/donne: Wendy, Giglio Tigrato, Trilly (e le sirene che rientrano nella stessa categoria del magico). Queste figure femminili sono un crescendo di sensualità: Wendy chiede subito a Peter un bacio (ma lui non sa cos’è) perché é una signorina e sa cosa vuol dire diventare donna. Lei sceglie, autonomamente, di crescere e tornare a casa dall’Isola-che-non-c’è anche se questa scelta è dolorosa e implica una perdita: la rinuncia a Peter stesso.
Giglio Tigrato è l’amore esotico, più intrigante e avventuroso dell’amore di Wendy, ma Peter non é interessato. Trilly e le sirene sono la sessualità, l’archetipo del femminile naturale, istintivo, magico, pericoloso: gelosissime di Wendy tanto quanto ignorate da Peter che non coglie nemmeno le loro lusinghe. La verità é che a Peter non interessa né l’amore né il sesso.
Non gli interessa l’amore come responsabilità: vuole essere amato, non amare (ama solo se stesso). Non cerca una donna, cerca una madre. Chiede a Wendy di fare da madre a lui e ai Bimbi Sperduti (mentre Wendy cerca in lui un compagno). Per lui le giornate sono fatte di avventure, di pirati, di voli e scoperte sull’Isola che non c’è, anche solo giocare a fare il padre non gli riesce molto bene perché non vuole diventare adulto. A Wendy invece tocca preparare la cena e raccontare le fiabe ai bambini. Peter odia le donne perché odia sua madre e le madri che hanno abbandonato o perso i Bimbi Sperduti come lui. Aveva 3 giorni di vita quando é volato via dalla sua casa ascoltando i piani che i suoi genitori avevano per il suo futuro: lo studio, un lavoro in ufficio, diventare uomo. Quando dopo alcuni anni é tornato a casa, ha trovato la finestra della sua camera chiusa e ha visto sua madre riporre nella sua culla un nuovo bambino. A Peter (che è Pan un essere panico, un satiro, un diavolo, un essere dei boschi) non interessa nemmeno il sesso: in fondo lui rimane un bambino bloccato nell’incapacità di superare i traumi infantili.

*** PETER PAN, CRESCERE E’ UN’AVVENTURA MERAVIGLIOSA ***

Peter Pan di James M. Barrie è un’opera che va letta ai bambini e riletta da grandi, magari nella splendida edizione Lavieri con le illustrazioni di Massimiliano Frezzato.

Noi ve ne daremo un assaggio il 30 settembre in occasione della festa “Hai visto un re?” alle h.10 con letture e laboratori per bambini –> qui il programma.

Bibliografia: 

Peter Pan. Il bambino che non voleva crescere, James M. Barrie, Feltrinelli

Peter Pan, J.M.Barrie e Massimiliano Frezzato, Lavieri

Immaturità. La malattia del nostro secolo, F. Cataluccio, Einaudi